CHI ERA L’APOSTOLO PAOLO, L’UOMO CHE DOPO DUEMILA ANNI ANCORA DIVIDE LE OPINIONI

 

Si svolgeranno a Trieste 12 e il 13 aprile nella Sala Bobi Bazlen  (ore 17,30, ingresso libero) due giorni sulla vita del grande divulgatore del messaggio di Cristo, per discutere sul recente libro di Corrado Augias d in cui si definisce l’apostolo come il vero fondatore del Cristianesimo.

E’ sempre stata molto affascinante la figura di Paolo di Tarso. Affascinante come lo è stata la sua storia. Saulo l’ebreo con cittadinanza romana che da feroce oppositore e persecutore dei primi cristiani, si unì poi a loro in seguito a una conversione che secondo i testi biblici lo colpì sulla strada per Damasco dove divenne cieco e cadde da cavallo. Cambiò il suo nome in Paolo e iniziò una straordinaria opera di evangelizzazione, fondamentale per lo sviluppo del Cristianesimo. Oggi lo definiremmo un divulgatore appassionato, che a costo della sua stessa vita non si stancò mai di diffondere il messaggio di Cristo, intestardendosi fino ad arrivare al cuore del mondo, a Roma, quella stessa Roma che per lui era stata patria, fede e missione.

Numerosa la produzione critica intorno alla figura di Paolo; sono stati tanti infatti gli studiosi e gli intellettuali sia credenti e non che si sono avvicinati alla sua personalità  per capirne la forza e studiarne il messaggio. Tra gli ultimi anche Corrado Augias che nel settembre 2023 ha pubblicato per Rai Libri un libro intitolato “Paolo, l’uomo che inventò il Cristianesimo”, un’affermazione che non a tutti è piaciuta. E non è piaciuta in modo particolare a noi, e perciò abbiamo organizzato un doppio incontro proprio con l’intento di contestare  questa affermazione e di far luce sulla figura, e soprattutto sull’opera, di Paolo di Tarso .

Il prestigio di cui gode Augias, al quale il pubblico concede senz’altro un grande credito conferisce ai contenuti un peso specifico maggiore rispetto a quanto ne avrebbero se a firmare fosse stato uno scrittore meno noto. Ed è per questo che riteniamo a utile proporre una discussione. Il libro a detta dell’autore si poneva l’obiettivo “di aiutarci a conoscere meglio la figura di Paolo di Tarso – presentando un lavoro svolto in un’ottica non di fede ma positiva, dove per “positiva” si intende accertata, valida secondo la concretezza dei dati oggettivi”. Le intenzioni sono promettenti ma, nel complesso, i risultati non ci hanno convinto.

In queste due giorni cercheremo di spiegare porgendo alcuni esempi, perché a nostro avviso, l’autore non ha raggiunto né l’obiettivo di aiutarci a conoscere meglio Paolo né quello di proporre una narrazione “positiva” né, tanto meno, quello di dimostrare che Paolo sia stato l’uomo che inventò il Cristianesimo. Noi, in quanto cristiani secondo il Nuovo Testamento, riteniamo che dire la nostra sia non solo lecito, ma anche opportuno.

Fare storia con uno stile narrativo e divulgativo ci sta, non è per niente facile  tuttavia, per farlo bene bisogna sempre rispettare metodi e principi del lavoro storico. Altrimenti si ricade nella fiction e comunque, anche quando ciò non succede, ci si sposta dal versante storiografico-narrativo a quello del romanzo storico: che è una tipologia espressiva rispettabilissima, ma è un’altra cosa.

Dopo gli incontri del 12-13 aprile produrremo una pubblicazione che richiamerà e svilupperà i contenuti trattati. L’incontro sara tenouto dal prof. Valerio Marchi in dialogo con il dott. Gianni Berdini.