Pubblicati da andrianotom

LA CONSOLAZIONE DI ISRAELE

“Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo: «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele»” (Luca 2:25). All’arrivo di Maria e Giuseppe nel tempio con il bambino, lo Spirito Santo, di cui Simeone era ripieno, gli rivela l’identità del piccolo. È lui il Messia, colui che porterà la salvezza nel mondo, colui che saprà consolare ogni tristezza e ogni sconforto. La consolazione del Padre è in Cristo Gesù, perché Gesù è via per la salvezza, la vita, la gioia, il sostegno, la speranza, l’amore, la carità, la luce […]

Paolo l’uomo che NON inventò il Cristianesimo

CHI ERA L’APOSTOLO PAOLO, L’UOMO CHE DOPO DUEMILA ANNI ANCORA DIVIDE LE OPINIONI   Si svolgeranno a Trieste 12 e il 13 aprile nella Sala Bobi Bazlen  (ore 17,30, ingresso libero) due giorni sulla vita del grande divulgatore del messaggio di Cristo, per discutere sul recente libro di Corrado Augias d in cui si definisce l’apostolo come il vero fondatore del Cristianesimo. E’ sempre stata molto affascinante la figura di Paolo di Tarso. Affascinante come lo è stata la sua storia. Saulo l’ebreo con cittadinanza romana che da feroce oppositore e persecutore dei primi cristiani, si unì poi a loro in seguito a una conversione che secondo i testi biblici lo colpì sulla strada per Damasco dove divenne cieco e cadde da cavallo. Cambiò il suo nome in Paolo e iniziò una straordinaria opera di evangelizzazione, fondamentale per lo sviluppo del Cristianesimo. Oggi lo definiremmo un divulgatore appassionato, che a costo della sua stessa vita non si stancò mai di diffondere il messaggio di Cristo, intestardendosi fino ad arrivare al cuore del mondo, a Roma, quella stessa Roma che per lui era stata patria, fede e missione. Numerosa la produzione critica intorno alla figura di Paolo; sono stati tanti infatti […]

ERODE AGRIPPA II – un uomo vicino alla conversione

Nel racconto della prima prigionia subita dall’apostolo Paolo si succedono tre personaggi che hanno tra di loro ruoli diversi e decisivi. Gli avvenimenti iniziano al ritorno a Gerusalemme dell’Apostolo dal suo terzo viaggio missionario (58 d.C.). Il clima che si respira in città non è certo favorevole per l’Apostolo. Nell’aria gravano i sentimenti ostili che migliaia di Giudei nutrono verso di lui, considerato ormai un nemico della Legge mosaica perché li sollecita ad abbandonare Mosè. Va ricordato che la Legge mosaica costituisce per i Giudei qualcosa di più di una normativa puramente spirituale. Essa regola tutti gli aspetti della loro vita civile, sociale e religiosa. I Giudei che si sono convertiti a Cristo non hanno dismesso i costumi nazionali e le norme vigenti, così come avviene oggi per qualunque convertito che proviene da una falsa religione. Le leggi locali e nazionali continuano a vigere. Certamente, Paolo insegna che la Legge mosaica è stata inchiodata sulla croce (cfr. Colossesi 2:14) e sollecita i Giudei a non circoncidere i figli e a non conformarsi a riti ormai vuoti, superati e privi di senso. La sua predicazione è lineare. Tuttavia, Paolo non ha mai insegnato che le formalità civili, sociali o religiose siano […]

IL TEMPO DELL’ASCOLTO

“Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un villaggio e una donna che si chiamava Marta, lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva. Allora Marta si fece avanti e disse: “Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciata da sola a servire? Dille di aiutarmi! Ma il signore rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose. Una sola cosa è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via” (Luca 10:38-42). Luca narra questo episodio in cui sono protagoniste Marta e Maria, due sorelle molto diverse tra di loro. Ho sempre associato Marta a mia madre. Una donna avvolta dai vapori della cucina e della laboriosità, attiva, terrena, diligente e abile. Sempre pronta a spalancare la porta di casa, a confezionare un succulento pasto e a inondare gli ospiti con la sua travolgente allegria e dinamicità. Confesso che ho sempre ritenuto Marta come utile e necessaria nella sua laboriosità. Il Vangelo ci invita, infatti, a non dimenticare […]

UN NUOVO ANNO DI SPERANZA

“Anzi abbiate nei vostri cuori un santo timore di Cristo, pronti sempre a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto” (1Pietro 3:15). Ogni anno passa velocemente ed è sempre il tempo dei bilanci ma anche dei propositi e delle speranze. Il Signore continua a sorreggerci e a incoraggiarci attraverso la sua Santa Parola. Il santo timore che si deve avere in Cristo, per essere vero, deve risiedere anzitutto nel nostro cuore. Il santo timore di Gesù libera i cristiani da ogni paura. Essi sentono che soffrire per la verità, in una società avvolta dal freddo tradizionalismo, è un alto onore: “Ed essi se ne andarono dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati reputati degni di esser vituperati per il nome di Gesù” (Atti 5:41). Questi erano gli apostoli di Cristo. Questo è un soffrire santamente, un soffrire come soffrirono i profeti e tutti i servi del Signore. I cristiani comprendono che le sofferenze, le prevaricazioni, gli insulti, le derisioni sono per la loro anima una salutare disciplina che le strappa da quello che è vano e momentaneo, per fissare la loro vita sui beni che sono veri […]

FESTEGGIARE O NO IL NATALE?

È la domanda che ognuno dovrebbe porsi in questo periodo festivo, in cui come per incanto tutti sembrano trasformarsi in esseri buoni e caritatevoli. La suggestione che l’uomo ha creato sul Natale ferma infatti per un attimo la routine della vita, anche di coloro che sono sempre indifferenti ai problemi dello spirito, e tutti, anche se per pochi istanti, si lasciano sollecitare dai messaggi di pace e di amore che echeggiano ovunque. L’uomo serio e coerente deve però riflettere con attenzione e senza fare eccessiva leva sul suo sentimento e sulle sue emozioni: È giusto essere “Cristiani” solo pochi giorni l’anno? È giusto parlare di pace e amore nel giorno di Natale per ritornare subito dopo a sbranarci come dei lupi rapaci? È proprio questo l’intento di Dio? E soprattutto è vero che Gesù di Nazareth è nato il 25 dicembre e che i suoi Apostoli ci hanno insegnato a festeggiare questo giorno?… Insomma quale è la volontà di Dio in proposito al Natale? Basta riflettere un momento per capire l’importanza di queste domande, perché a seconda delle risposte che daremo, il nostro com­portamento cambierà. Se Gesù è nato il 25 dicembre e se ci ha ordinato di festeggiare il […]

I DUE DISCEPOLI DI EMMAUS (LUCA 22:13-34)

L’ULTIMA SETTIMANA L’ultima settima della vita del Signore è stata una settimana molto intensa e piena di eventi. Gesù è salito a Gerusalemme per celebrare la Pasqua ebraica. È stato accolto dalle folle in maniera trionfale, celebrato come un re. È andato nel tempio e ha insegnato mostrando la sua autorità. Si è scontrato con Scribi e Farisei mettendo in risalto la loro ipocrisia e la loro poca fede nel Dio d’Abramo, che pur affermavano di seguire. Poi durante la cena pasquale ha rivelato ai discepoli il destino che lo attendeva, ha lavato loro i piedi insegnando l’umiltà e il servizio e ha istituito il memoriale della cena affinché coloro che lo amano non dimentichino il suo sacrificio e abbiano in loro una profonda riconoscenza che si trasformi in fede ubbidiente. Quindi è stato tradito da uno dei suoi. È stato arrestato, rinnegato da chi diceva di amarlo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. È stato processato, ingiuriato, flagellato. È stato condannato a morte da quella stessa folla che lo aveva acclamato solo pochi giorni prima. Infine, è stato crocifisso insieme a due ladroni, trafitto da una lancia, sepolto nella tomba di Giuseppe d’Arimatea. Nel giro di una settimana […]

Nell’Amore non c’è Paura

La nostra società ci presenta un uomo malato di inquietudine, schiavo della paura e della sofferenza interiore. La paura genera preoccupazione, la preoccupazione ansia, l’ansia angoscia, l’angoscia tristezza … tutte alterazioni della sfera emotiva che, anche se a livello clinico si differenziano, di fatto si intrecciano e si coniugano. La paura è un fenomeno  radicato nell’animo umano. Ci sono paure che ci accompagnano come ombre: paura della solitudine, paura di essere traditi, paura per l’assenza di prospettive, paura di culture diverse che si inseriscono nella nostra vita mettendo in gioco le nostre abitudini e le nostre presunte sicurezze… e così via. Viviamo nell’epoca della paura. Ma c’è una paura particolare che è stata trasmessa all’uomo nel corso dei secoli passati … la paura di Dio. La paura dell’inferno, la paura della punizione eterna. Il Cattolicesimo ha cavalcato questa paura alimentandola con l’esercizio di un potere duro e spietato fatto di repressione, di guerre, di caccia alle streghe, di torture, di roghi. Tutti i regimi dittatoriali esercitano il loro potere con l’uso della violenza che genera la paura di reagire da parte del popolo. Ebbene la chiesa cattolica ha usato questi metodi per costruire la sua forza e la sua ricchezza…. […]

IL GIORNO DEL SIGNORE (Atti 20:7)

Chi afferma che un giorno vale l’altro per per adorare Dio come Chiesa e ne sceglie uno perché è “più comodo”, sicuramente è in piena confusione dottrinale. Il Padre, infatti, non ha lasciato nulla al nostro arbitrio, tantomeno il giorno in cui la Chiesa è chiamata a radunarsi per ricordare il sacrificio di Cristo, fare la colletta per autosostenersi, essere edificata attraverso l’insegnamento apostolico e elevare a Dio inni di lode. Dio non è un Dio di confusione o di approssimazione. Dio ci ha lasciato un modello preciso e immutabile al quale abbiamo l’obbligo e il desiderio di attenerci: “Attieniti con fede e con l’amore che è in Cristo Gesù al modello delle sane parole che udisti da me” (2 Timoteo 1:13). Un modello che va seguito fedelmente. Affermare poi, cercando di giustificare le proprie idee, che i primi cristiani si radunavano tutti i giorni, significa non aver capito la differenza tra il comandamento di Gesù relativo alla sua commemorazione e il piacere di stare insieme con i fratelli per studiare il Vangelo, che può avvenire in ogni giorno. Il ricordo di Gesù, con il pane e il vino,  non è lasciato alla nostra inventiva né tantomeno ai nostri comodi. […]

IL REGNO DI CRISTO E LA FINE DEL MONDO

Il Vangelo quando parla del regno dei cieli si riferisce sempre alla chiesa, realtà spirituale dove Gesù regna oggi (Colossesi 1:13 “Egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figliuolo”). Paolo conferma e pone l’accento sulla realtà spirituale della chiesa definendola addirittura un “luogo celeste” (Efesini 2:6 “…ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù”). Gli Ebrei aspettavano un Messia che li avrebbe riscattati e che avrebbe istaurato un nuovo governo e la loro delusione e incredulità derivò proprio dal fatto che Gesù non fece nulla di tutto questo, al contrario istaurò un regno spirituale, che non fu compreso proprio come oggi, un regno dove l’uomo può trovare il perdono e la comunione con il Padre. Un regno che non ha caratteristiche fisiche e materiali ma che è dentro ogni uomo che vuole diventare Suo Figlio. Io non ho l’arroganza e la presunzione di sapere quello che è nella mente del Padre. Non so quale sarebbe stato il destino dell’uomo se non avesse peccato. Non so se Dio lo avrebbe trasportato comunque in una dimensione spirituale senza fargli conoscere morte e […]