È iniziato il nuovo anno e come ogni volta siamo sommersi dagli auguri. Forse perché non si sa che cosa dire si torna al già detto (buon anno), e si reiterano vecchie formule: anno nuovo…vita nuova! Poi però tutto si rivela vecchio, ripetitivo, scontato. Si spera che il 2025 sarà diverso dal 2024, ma si diceva la stessa cosa del 2024, del 2023 e di ogni anno passato. L’uomo si illude che la sua vita sia eternamente felice, senza alcuna difficoltà e cerca disperatamente l’eterna giovinezza facendo di tutto per evitare di invecchiare. Poi invece si accorge che il tempo passa inesorabilmente e che la vita va avanti anche con tutti i suoi problemi e le sue sconfitte. L’illusione sta nell’arbitrarietà delle suddivisioni temporali. Che cosa finisce davvero il 31 dicembre? Che cosa inizia il primo gennaio? Si tratta di mera convenzione, per giunta sbagliata persino nella datazione, tutti sanno infatti che c’è un errore di circa 4 o 7 anni in meno nel nostro computo degli anni.

La verità è che senza Dio la vita dell’uomo perde di qualsiasi significato e fugge scivolando via dalle nostre mani che cercano disperatamente di trattenerla. Giacomo, il fratello carnale di Gesù, rende questa realtà con una immagine chiarissima: “Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce” (Giacomo 4:1). È vero, siamo evanescenti, labili, instabili, la nostra vita dura un istante, proprio come un vapore, e la cosa triste è che non ce ne rendiamo pienamene conto finché non ci sbattiamo la testa. Che fare allora? Piangerci addosso e aspettare con rassegnazione l’arrivo del nostro momento? No, non è questo che Dio vuole. Al contrario Egli desidera entrare seriamente nella nostra vita per allontanare rassegnazione e sconforto e introdurvi gioia e impegno: “Rallegratevi sempre nel Signore. Da capo dico: rallegratevi”. Rallegrarsi nel Signore significa essere consapevoli che la nostra vita va vissuta nell’ubbidienza alla Sua Parola, nella speranza della vita eterna, cercando ogni giorno, e non soltanto il primo gennaio, di vivere in maniera nuova: “Comportatevi con saggezza… recuperando il tempo” (Colossesi 4:5); “…recuperando il tempo perché i giorni sono malvagi”(Efesini 5:16). I giorni sono malvagi oggi come allora. Abbiamo bisogno del Signore per recuperare il tempo, abbiamo bisogno della chiesa per crescere nella fede, per arrivare alla meta senza scoraggiarci, senza timore, senza tentennamenti, dimenticando le cose che stanno dietro e protendendoci verso quelle che stanno davanti (Filippesi 3:13).

Dio ha una visione diversa del tempo, ecco che cos’è davvero il tempo per Lui: “Ma voi, carissimi, non dimenticate quest’unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno. Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia, ma egli è paziente verso di voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:8-9).

Il tempo allora è relativo, vale pertanto l’equivalenza metaforica 1 giorno = 1000 anni e viceversa. Il tempo è un fluire di pazienza che scorre per favorire, con la sua stessa fuga, il pensiero, il ripensamento, la riflessione e l’azione, cioè il ravvedimento, la conversione della persona, che Dio vuole viva (Dio non vuole che alcuno perisca).

Occorre riuscire a vedere questo tempo di pazienza amorevole che fluisce, ma bisogna anche arrestarlo con la conversione che inizia, sì, con la rinascita battesimale (Giovanni 3:1-5; Romani 6:1-5), ma continua ogni giorno della nostra esistenza! Essa si attua oggi, come consiglia Dio. “Poiché egli dice: “Ti ho esaudito nel tempo favorevole, e ti ho soccorso nel giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:2). Oggi soltanto ci è dato: “Ma esortatevi gli uni gli altri tutti i giorni, finché si può dire: “Oggi”, perché nessuno di voi si indurisca per inganno del peccato” (Ebrei 3:13). Oggi non domani, è oggi che la nostra vita può ricominciare e essere veramente nuova perché solo Cristo può renderla tale: Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita” (Romani 6:4).